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| | Questa pagina è dedicata alle mie
riflessioni. Non vi è una tematica ben precisa, ma essa varia in funzione delle
più disparate situazioni a cui la vita mi sottopone. Una sorta di "caro
diario", insomma, dove confidare pensieri ed emozioni, ma anche una
bacheca dove poterli esporre agli altri. La
scuola
| Chi, in
tutta coscienza, non riconosce alla scuola la sua grande importanza per la
formazione di una società? Nessuno, spero! Non a caso, infatti, le grandi
dittature del passato se ne sono servite nelle loro strategie
propagandistiche per formare le menti che potessero assicurare loro
continuità e sviluppo futuro. Solo Dio, però, sa quanto sia stato
difficile per quelle menti ravvedersi dagli errori a cui erano state educate
quasi sin dalla nascita! Ecco di cosa può essere capace la scuola! La sua
potenza è in grado di condurre guerre senza armi ed i suoi effetti ancora
più devastanti di queste! Pensi bene chi sta al potere e rifletta
attentamente sulle proprie scelte chi amministra la scuola!
Febbraio 2000 |
| Sono bravi i
politici, il Ministro, i "cervelloni" che con lui collaborano a
dire che la scuola deve aggiornarsi, che la scuola è troppo vecchia e non
al passo coi tempi, che è nella scuola che i giovani devono trovare
accoglienza e sentirsi ben voluti, che la scuola è di primaria importanza
per la formazione del cittadino, che la scuola deve offrire opportunità di
crescita culturale, sociale, spirituale, che... che... che... ecc. ecc. Ma
lo sanno dire solo a parole?! Non si rendono conto che per fare tutto questo
occorrono grossi finanziamenti di cui la scuola non dispone neppure la
parte più infinitesimale? E' giusto che un insegnante, oltre modo
insoddisfatto e mal pagato, debba trovare l'entusiasmo per organizzarsi una
visita istruttiva rimettendoci di tasca pure il proprio biglietto di
viaggio?? Nel passato mi sono ritrovato a dover subire l'umiliazione di
sentirmi dire che non potevo avere rimborsata la spesa per la colazione
che avevo consumato dopo un giorno passato fuori casa! Vi sembra questo il
sistema più adatto per andare verso una scuola nuova, più produttiva, più
bella, più accattivante per "l'utenza"? Cosa pensate che farò
negli anni futuri perdurando tale sistema di cose, organizzerò ancora
visite istruttive?
Febbraio 2000 |
|
Si parla di
"valorizzazione delle risorse umane", ma ancora non ho capito come
ciò dovrebbe avvenire! Il Dirigente Scolastico dovrebbe individuare quei
soggetti in grado di offrire novità e dinamismo in attività aggiuntive da
affiancare a quelle didattiche tradizionali e poi dovrebbe
"investirli" con qualche titolo oggi tanto di moda quale
"referente" o "coordinatore" di quel tale
"progetto". E poi? Cosa gli può offrire in cambio? Solo una
manciata di monetine di un fantomatico premio incentivante distribuito con
un criterio di ore eccedenti, pagate con cifre irrisorie ed erogate
cumulativamente una volta all'anno in un periodo imprecisato e talvolta
molto incerto. Ma dimenticano i Signori della scuola che noi mangiamo tutti
i giorni e che per portare avanti una certa attività già solo per la nostra
pendolarità oltretutto piuttosto ricorrente nella nostra categoria siamo
costretti ad un aggravio di spese talvolta non indifferente? In casi del genere, e lo sono per lo
più, dopo aver anticipato tanta benzina durante l'anno scolastico e non
soltanto quella, quanto pensano di incentivarci con quel premio che ci hanno offerto? Che dire poi del lavoro sommerso che vi è alle spalle
di una qualsiasi attività extra-curricolare? E di tutte quelle spese
sostenute per conquistarsi quella determinata competenza specifica
oltretutto neppure dovuta? Siete ancora convinti che la mia più grande
aspirazione sia quella di farmi "valorizzare" dalla scuola in
questo modo?
Febbraio 2000 |
| Avrete
probabilmente appreso dalla pagina altri interessi
che una delle mie grandi passioni è l'informatica. Oggi vi è un grande
vociferare di informatica. Non vi è dubbio che essa sta prendendo sempre
più parte alla nostra vita quotidiana, pertanto la sua presenza a scuola mi
sembra quanto più doverosa. Mi piacerebbe poter dare il mio contributo ai
ragazzi con quanto molto faticosamente mi sono conquistato in questo campo e
sento che potrei molto dare a loro, ma quando penso a tutti i soldi che
spendo continuamente in riviste, computer, aggiornamenti, programmi, libri e
tutto il tempo sottratto alla mia famiglia da almeno quindici anni a questa
parte, allora divento geloso del mio sapere. Se lo faccia il Ministro il
laboratorio di informatica, con computer antidiluviani e con quel po'
po' di soldi che mi offre, con i quali non riuscirei neppure a comprarmi le
riviste ed i libri per tenermi aggiornato (con quello che costano!)!
Marzo 2000 |
| E'
giusto sfruttare abilità degli alunni acquisite al di fuori della scuola
utilizzandole in attività all'interno di essa? Per me decisamente no!
Eppure molti colleghi lo fanno: utilizzano alunni che sanno già suonare o
altri che praticano la danza o lo sport per conto loro. Per forza poi i risultati sono
buoni e magari si vantano di averli istruiti loro o sicuramente lo
lasciano credere! Quanto è difficile,
invece, ottenere risultati dignitosi con le sole forze del lavoro scolastico!
Marzo 2000 |
| Una
cosa che non condivido affatto nel sistema di incentivazione della scuola (cifre
a parte) è la procedura della sua liquidazione annuale ed incerta. Per
poter vedere qualche lira (tra non molto in euro) di ricompensa per
un lavoro svolto oggi, è giusto che debba aspettare un anno senza nemmeno
sapere con certezza il giorno in cui avrò i miei soldi?
Marzo 2000
|
Educazione musicale
|
E' mia ferma
convinzione che una buona educazione musicale dei giovani debba passare
necessariamente, se non addirittura quasi esclusivamente, attraverso una
pratica musicale ripetuta e costante. Soltanto in questo modo gli alunni
avranno la possibilità di scoprire le loro doti nascoste o semplicemente il
piacere di fruire della musica in maniera attiva. Non sono d'accordo con
molti miei colleghi che si perdono in tediose ricerche, faziosi questionari
e pagine e pagine di storia della musica, passando magari per il bravo
insegnante che "li fa lavorare"! A loro vorrei rivolgere la
seguente domanda: come hai imparato tu la musica, leggendo la biografia di
Bach o esercitandoti per tante e tante ore a suonare la sua musica? Credo di
conoscere già la risposta! E' per questo motivo che non mi sembreranno mai
sprecate le due ore di lezioni settimanali, che ho a disposizione nella
scuola media, passate cantando i soliti quattro canoni o ascoltando pochi ma
ripetuti brani musicali. Non è nella quantità che bisogna distinguersi, ma
nella qualità!
Aprile 2000 |
Musica e politica
|
La
gestione della cosa pubblica è senza dubbio un affare di estrema importanza
quanto difficile nella sua attuazione. Da essa dipende tutto lo sviluppo
sociale, economico e culturale della comunità. Quanto alle conseguenze
sulla società, dalle antiche civiltà prendiamo esempio. I Romani erano un
popolo di guerrieri, di valorosi condottieri e strateghi della guerra che
usavano abilmente a vantaggio nella loro politica espansionistica. Grandi
conquistatori quali erano hanno giocato senza dubbio un enorme ruolo nella
storia dell'umanità. Ci hanno tramandato grandi insegnamenti, è vero, ma
proprio per questa loro attenzione particolare, specie da parte dei vertici
quali imperatori e senato, rimanevano comunque un popolo rozzo. Dal canto
loro, invece, i Greci, anch'essi popolo di guerrieri e conquistatori, ma
attenti alle arti, alla danza ed alla musica, sono passati alla storia come
i veri gentiluomini dell'antichità, raffinati e colti. La musica era
considerata seconda solo alla filosofia, così come non esisteva neppure la
distinzione tra musica e poesia, perché queste erano una sola cosa, la
lirica. Addirittura in alcune città lo studio della musica era d'obbligo
fino ai trent'anni! Non a caso in tutte le epoche successive i Greci sono
sempre stati visti come un modello da prendere in esempio e per la musica
poi una vera pietra miliare! Mi sento fiero, quando penso a questo, perché
in qualche modo, da aretuseo, me ne sento un erede! Da allora però la
musica ne ha fatta di strada; non si suona più con la lira o con l'aulos da
parecchio tempo, né si cantano ditirambi ed epitaffi. E' stato lungo il
percorso, quasi due mila anni, e sarà stato forse per questo che l'arte dei
suoni si è persa strada facendo! Non c'è da meravigliarsi, quindi, se oggi
i nostri amministratori si accorgono che esiste la musica soltanto in quei
grandi eventi che costano alla comunità ingenti capitali che poco portano all'arte
se non nulla, non è loro la colpa! Così pure se riescono a guardare alla
musica solo come mezzo di sollazzo ed animazione di piazza e pizzerie alla
stregua dei Romani e non invece come espressione d'arte a cui si ispiravano
i Greci quando andavano al teatro ad assistere alle tragedie o ai concerti! Che
siano forse discendenti di quei Romani?
Marzo 2002 |
Giovani
| Perché si
fanno tanti sforzi per diffondere presso i giovani l'uso del preservativo
quale strumento contro l'AIDS e non si compiono invece per insegnare loro a...
rigare dritto? E' forse la migliore cura per un male agire sui suoi sintomi anziché
eliminarne le cause? Non voglio apparire bigotto, ma...
quale dei due consigli, secondo voi, ha un valore più sano: il primo o
il secondo? Per me sono importanti entrambi, ma il secondo...
Gennaio 2001 |
Caschi motociclistici
| Da
entusiasta motociclista quale sono, apprezzo la libertà e la rapidità di
questo fantastico mezzo di locomozione che consente di muoverci nel
caotico traffico cittadino con piacevole serenità durante il disbrigo delle
proprie faccende quotidiane. Per non parlare poi di quelle bellissime
passeggiate in città e dintorni nei momenti di riposo. Niente di più
rilassante, all'insegna della libertà e dell'indipendenza! Da quando,
però, è stato introdotto il casco obbligatorio le cose non sono più le
stesse: ogni volta che devo spostarmi non posso farlo, neppure per pochi
metri, se non ho infilato il casco e se per caso incontro un amico non posso
farlo salire se neanche lui ha il casco! Che dire poi di quelle afose
giornate di estate tipiche del mio sud? In quei giorni sarebbe molto meglio
sfidare le multe della polizia piuttosto che calzare il casco! Dov'è andato
a finire il piacere di sentire quella brezza estiva alleviarti il sudore che
ti cola copioso dalla fronte? Insomma, diciamolo pure molto chiaramente: il
casco è una gran rottura di balle! Certo, è ovvio che le statistiche ci
dicono che i casi di mortalità e di invalidità permanente a seguito di
incidenti motociclistici "sono calati del tanto per cento rispetto a
prima", di questo ne eravamo già tutti convinti e potevamo anche
risparmiarci i soldi per una simile indagine! Ma che prezzo dobbiamo pagare,
oltre a quello per comprarci quel mal... ehm, benedetto casco, affinché le
statistiche siano così eloquenti nei riguardi della salute del cittadino?
Non si può basare tutto solo sulla statistica, perché allora... stiamocene
tutti a casa e non solo non ci saranno più mortalità ed invalidità
permanenti, ma non ci saranno più neppure incidenti motociclistici! Per me
è evidente che chi ha fatto ed approvato questa legge, la moto l'ha vista
soltanto in qualche depliant o nelle mani sbagliate di un ragazzino
incosciente! La coercizione non ha mai dato frutti concreti e duraturi,
come invece l'educazione! E' questa la strada che dovrebbe seguire un paese
evoluto, combattere i comportamenti scorretti, educare al buon vivere
civile, non certo quella dell'accanimento con cui di continuo gli organi
competenti si prefiggono di dare battaglia a tutti quegli irriducibili che
ancora non hanno accettato tale imposizione. Pensino piuttosto ad impiegare tutta
questa energia verso altre direzioni, ché c'è tanto di molto più
utile per la comunità da combattere: delinquenza, disoccupazione, forme di schiavitù, droga, evasione fiscale,
pedofilia, ecc. ecc.!
A far calare la media in maniera ancora più drastica sarebbe bastato, a mio
avviso, fare osservare seriamente alcuni articoli già presenti da tempo
nelle varie versioni dei codici della strada, le cui infrazioni sono le vere
e forse uniche responsabili delle teste rotte, come ad esempio quello
riguardante la guida pericolosa o l'eccesso di velocità, piuttosto che
facendo calzare il casco a tutti in maniera incondizionata per poi assistere
a ragazzini che vanno zig-zagando per il traffico, magari con impennate e
robe varie, investendo ignari pedoni. E' più facile scegliere la
scorciatoia del casco obbligatorio piuttosto che quella più lunga e
dispendiosa della formazione delle coscienze: fa sentire di avere fatto
qualcosa per il problema, mette a posto la propria coscienza e lo Stato ci
ha anche guadagnato parecchio (e forse non solo lui!). Se penso poi che
tutto questo non è stato dettato dall'esigenza di salvaguardare la salute
pubblica, ma la spesa del servizio sanitario nazionale, allora mi
imbestialisco pure! Ma dico... com'è possibile che tutto in questo paese si
fa esclusivamente per risparmiare? Mai che si faccia qualcosa per vivere
meglio, per aumentare la produttività, il benessere? Ah, no, sia mai! Questo no! E
poi... l'importante è se siamo nella media europea! Se c'è quella
siamo tutti contenti, anche nel pagare più tasse!!!
Marzo 2001 |
|
A proposito
di statistiche, sarei curioso di conoscerne i risultati se fosse messa al
bando la vendita delle sigarette. Chissà perché, qualcosa mi dice che le
vite salvate ed il risparmio del servizio sanitario nazionale risulterebbero
di gran lunga più consistenti rispetto alle teste rotte senza caschi
obbligatori!
Marzo 2001 |
| Il TG1 ha
annunciato che in Inghilterra vi è chi (non ho capito bene di chi si
trattava) ha avviato una campagna per estendere l'obbligo dei caschi
anche ai ciclisti (sì, proprio quelli con le BICICLETTE!). La cosa peggiore
è che per poter fare breccia nelle coscienze della gente fanno vedere uno
spot con alcuni poveri disgraziati cerebro-lesi a causa di traumi cranici
dovuti ad incidenti stradali con la bicicletta, strumentalizzandone, a mio
avviso, la loro immagine. Ma dico... STIAMO AMMATTENDO TUTTI QUANTI?!
Dato che, purtroppo, nei reparti di traumatologia neurologica degli ospedali
ve ne sono molti altri che hanno avuto la sventura di scivolare per strada o
per le scale, vuol dire che LO PROPORRANNO PURE PER TUTTI I PEDONI?
Maggio 2001 |
Varie
|
Sicuramente
avrete notato che in tutto il materiale informativo di questo sito (curriculum,
interessi, ecc.) mi esprimo sempre in prima persona e non in terza, come
invece ho riscontrato in molti altri web dello stesso genere. Non è una
scelta casuale, ma ben precisa: penso che parlare in prima persona delle
proprie cose sia una forma di assunzione delle proprie responsabilità.
Bisogna avere il coraggio di dire "ho fatto questo, ho fatto
quest'altro, sono questo..." ecc. ecc. Quante volte si legge "Il
Maestro Pinco Pallino SI E' diplomato... HA partecipato a tale concorso
nazionale... E' il migliore... tutti LO OSANNANO... ecc. ecc."
Sembrerebbe che il Maestro Pinco Pallino non avesse il coraggio di dire
"MI sono diplomato... HO partecipato a tale concorso SIDERALE... SONO
il migliore... tutti MI OSANNANO... ecc. ecc.". Il parlare di se in
terza persona è forse un modo di tenere le distanze (per la serie: qui
lo dico e qui lo nego)?! Grazie, di dissociati ne abbiamo già troppi
nella società!
Luglio 2001 |
Allievi e Maestri
| La
buonanima della mia insegnante di pianoforte, la Prof.ssa Carla Calogero
Romano (per tutti, la Sig.ra Calogero), amava raccontarci che già un
suo Maestro le diceva spesso: "Non c'è uomo peggiore
dell'allievo!". Si riferiva all'ingratitudine con cui facilmente questo
ricambia le attenzioni, quando non sono vere e proprie amorevolezze, che il
proprio Maestro gli effonde nel tramandargli il sapere e l'esperienza
conquistatisi con sacrificio nel tempo.
Quanto erano vere quelle parole! E quanto lo sono e lo saranno!
Molto spesso sento denigrare i propri professori da parte degli alunni.
Possibile che nessuno di loro riesca un attimo a riflettere sul fatto che
tutto quello che conosce e che sa fare lo deve proprio a loro? Ho sempre
avuto una grande ammirazione per i miei Maestri. Nessuno me l'ha imposta: ho
sentito da solo la riconoscenza verso chi mi ha dato qualcosa.
Il paradosso poi è che i più ingrati sono proprio i più intelligenti e i
più capaci! Quanto amo la mia mediocrità!!!
Agosto 2002 |
Spulciando tra vecchi SMS...
|
"La mia troppa
voglia di fare di credere fortemente in quello che faccio può sembrare
anche presunzione ma ci tengo veramente tanto che il mio c... diventi
conosciuto e importante per tutti i motivi che si possono ben comprendere.
Scusa la mia forza e anche presunzione ma sai che alla fine non sono
cattivo. Si riuscirà tutti a diventare un buon c... anche per te. Grazie
sempre ciao e buone vacanze."
Questo lungo e accorato SMS (per l'esattezza sono tre SMS concatenati),
del quale ho occultato volutamente un termine sostituendolo con dei puntini
per evitare ogni possibile riferimento verso l'Autore, mi è stato inviato il 31
luglio del 2005 al telefonino. Rimasi colpito dalla passione dettata da una
sincera (almeno così sembrava) estemporaneità di chi lo scriveva
tanto che lo conservavo ancora nella mia simcard. L'Artefice, infatti,
godeva di una mia stima particolare, assumeva posizioni di rilievo
all'interno dell'organizzazione a cui la sua "troppa voglia di
fare" faceva riferimento e veniva guardato da tutti con
rassicurante fiducia. A volte però la realtà e ciò che cova nel profondo
del cuore degli uomini è cosa ben diversa da quella che si sforzano di fare
apparire e l'incoerenza regna sovrana. Non per niente il Nostro ci tradirà
da lì a poco con tutta l'ingratitudine che il genere umano, quando vuole,
sa manifestare.
Dicembre 2006 |
Musicisti: furbi o onesti?
|
La categoria dei musicisti è
abbastanza variegata e proprio per la natura stessa della disciplina, che
non è nemmeno una scienza imperfetta come potrebbe essere ad esempio la
medicina (tanto per citarne una) ma del tutto empirica, accoglie un grande stuolo di
individui di una varietà talmente elevata che esprimere una qualche forma
di classificazione è praticamente cosa impossibile. Ci sono tuttavia delle
situazioni abbastanza consuete e consolidate, pur con una miriade di
varianti all'interno di esse, che potremmo accomunare ed assimilare ad un se
pur timido tentativo di classificazione. Parlo dei furbi e degli onesti,
che, se pur presenti in ogni categoria umana, fra i musicisti assumono un
carattere a mio avviso ben circostanziato. Eccone una tabella riepilogativa
dei due modus vivendi:
Furbi
|
Onesti
|
-
Normalmente sono poco capaci o di sicuro lo sono molto
meno di quello che vogliono fare apparire.
La Natura è stata loro matrigna.
|
-
Temono il giudizio degli altri, soprattutto se esperti, al quale
tengono ossessionatamente. Per questo appaiono pignoli e cercano
una perfezione che non troveranno mai! Sono insoddisfatti cronici.
|
-
Non hanno studiato molto, sfruttando al massimo e con arguzia le
loro poche risorse pur di apparire agli altri ciò che non sono.
|
-
Si sono formati con abnegazione senza mai ritenersi soddisfatti
o arrivati, terrorizzati di essere consapevolmente l'ultima ruota
del carro.
|
-
Si confrontano con chi ne sa meno di loro e rafforzano così la
loro autostima.
|
-
Si confrontano con i grandi e cadono nello sconforto.
|
-
Costruiscono con cura il loro curriculum, collezionando,
catalogando e creando "eventi" ad arte con fredda
determinazione.
|
-
Sono degli ingenui ed al pari di bambini nei riguardi della
cicogna credono ancora che il curriculum è il naturale resoconto
della propria attività artistico-professionale.
|
-
Si atteggiano a grandi personaggi, parlano con un linguaggio
forbito e ostentano cattedraticamente cultura e sapere. Curano la
propria immagine di Maestro di Musica e magari "sventolano" una
valigetta ventiquattrore. Qualche volta per sfatare gli stereotipi
vestono casual e sono un po' trasgressivi, ma non possono fare a
meno di ostentare cultura e sapere, infondendo negli altri una
rassicurante "autorevolezza".
|
-
Sono sempre loro stessi e si sforzano di rimanerci, si esprimono
in modo semplice e quasi mai rinnegano le loro
"origini". Spesso amano le forme dialettali e forse
anche per questo nessuno crede in loro. Tutto li si può credere fuorché
raffinati musicisti.
|
-
Si cercano tra di loro e sono ammirati e ricercati dalla gente,
che li guarda con venerazione ed è fiera della loro conoscenza
che ostenta con orgoglio, li indica agli altri
confidenzialmente con il loro nome di battesimo, facendo intendere
bene che sono loro amici.
|
-
Con il tempo anche i loro amici li abbandonano... (!)
|
-
Grazie alla loro "attività pubblicitaria" ricevono
premi e benemerenze, sono molto ricercati ed in tanti vogliono
studiare con loro. Taluni vengono pure chiamati "per
fama" (!) in scuole, congressi, eventi, ecc.
|
-
I più fortunati, se sono vecchi e decrepiti e PER CASO vengono
invitati a presenziare in qualche manifestazione, ricevono
applausi e, con mestizia, forse pure standing ovation dal sapore
commiserante.
Di pochi altri, se saranno morti, si dirà che "è stato un
vero peccato!".
I restanti rimarranno solo nella memoria dei
loro cari.
|
-
La "fortuna" arride loro.
|
-
La scalogna pare perseguitarli.
|
-
Sono i Telemann del XXI secolo.
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-
Non sono i Bach del XXI secolo.
|
-
Non diventeranno mai onesti.
|
-
Forse con il tempo cercheranno di farsi più furbi, ma sarà
troppo tardi!
|
|
Gennaio 2008
(continua)
Questa pagina è stata aggiornata il 20/05/11.
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